Barriere e rampe

Come deve essere fatta una rampa per superare un dislivello che si frappone come barriera architettonica? Beh, sul tema c’è tutta una normativa tecnica, ma soprattutto l’esperienza di tante persone con disabilità che ogni giorno si trovano ad affrontarle. Il 22 febbraio 2024, mentre al Centro “La Nostra Famiglia” di Conegliano assistevo alla lezione tenuta su questo argomento dall’amico e collega arch. Stefano Maurizio, mi è venuta un fugace ispirazione ed ho cercato di sintetizzare in una filastrocca….

Se vuoi fare rampe vere
che rimuovon le barriere
e non causano incidenti,
mai non farle assai pendenti:

massimo cinque per cento!
Usa questo accorgimento:
se hai un centimetro di altezza
servon venti di lunghezza.

Due centimetri: quaranta.
Tre centimetri: sessanta.
Cinque: un metro. E così via.
E’ la giusta altimetria.

E se un metro è l’altezza
servon venti di lunghezza.
E se spazio non ne hai?
L’ascensore è meglio assai.

Poi ti dico un’altra cosa:
non dev’esser scivolosa:
pavimento rifinito
che presenti un certo attrito

anche quando è bagnata
o se piove o se è gelata!
Ché se scivoli, che male!
Poi finisci in ospedale.

La larghezza conta assai:
più è larga, meglio vai
passa chi scende e chi sale
e non cadi in laterale.

Ove il posto è angusto e tetro
puoi restringerla ad un metro.
E più il dislivello sale
la ringhiera è abituale.

Pensa anche alla portata,
che deve essere adeguata!
Che non crolli sotto il peso
di chi passa, anche se obeso!

Ed infine: che sia bella,
che sia un gusto andar su quella.
Anche con un budget sobrio
fai sì che non sia un obbrobrio!

Renzo Andrich, 24 febbraio 2024

Disegno di Mosè Andrich, 3 aprile 2024